Jesolo
Jesolo, almeno nell’immaginario comune dei veneziani, costituisce sinonimo di vacanza, spiaggia e divertimento. In realtà, la Jesolo vera e propria si trova nell’entroterra, al punto che molti tendono a identificare i due agglomerati, quelli di Jesolo e Jesolo lido, come vere e proprie realtà distinte, una ancora orientata al passato e alla storia secolare del centro abitato e l'altra invece proiettata al futuro, capace di rivaleggiare senza problemi con giganti del calibro di Rimini e Lignano Sabbiadoro come prima capitale del divertimento estivo nell'Alto Adriatico. Si badi bene, il territorio di Jesolo, come tante altre zone d'Italia, un tempo era molto paludoso, e non per dire. Ci si prendeva la malaria, e mica solo questa: in zona si ebbe uno dei focolai più virulenti dell'influenza detta Spagnola, che dopo la Grande Guerra uccise (era fulminante, si moriva in poche ore) in tutto il mondo 50-100 milioni di persone. Basti pensare che nella prima Guerra Mondiale l'Italia ebbe circa 650.000 caduti in guerra, e quando finì nel 1918 pareva fosse finito l'incubo. Ma proprio quell'anno arrivò la Spagnola (a dispetto del nome non c'entra con la Spagna, perché arrivò con i soldati degli Stati Uniti) e si portò via – colpendo gli uomini forti e adulti, e cioè proprio quelli che se l'erano appena scampata tornando dalla guerra – altre 350-650.000 persone. Ma altrove, inclusa l'Austria, andò molto peggio. In Veneto nell'arco di un anno circa morirono oltre 200.000 persone.
Durante il fascismo, così come quelle dell'Agro Pontino, anche le paludi venete furono massicciamente bonificate, e l'antica Equilio, poi ribattezzata Jesolo, poté tornare a prosperare. Oltretutto, la scomparsa delle paludi favorì anche la nascita di una fiorente e proficua industria turistica fondata sullo sfruttamento delle spiagge poco lontane dal centro abitato. A dire il vero il primo stabilimento balneare esisteva già dal 1895, sul luogo del futuro Albergo Bagni e Miramare, ma certo le zanzare non dovevano mancare. Fassto sta che già dalla prima metà degli anni '50 le spiagge conobbero uno sfruttamento notevolissimo, al punto che sul finire degli anni '70 il lido si era sviluppato a tal punto da essere considerato, come già detto, una città a sé. Negli anni '90 il lido di Jesolo iniziò un massiccio processo di ammodernamento e urbanizzazione, denominato Master Plan, che fu affidato all'innovativo architetto Kenzō Tange, divenuto celebre per i suoi edifici realizzati sia nel suo Giappone che nel resto del mondo (tra cui il celebre municipio cittadino di Tokyo a Shinjuku, apparso spesso in film e anime giapponesi). Tanto è moderna Jesolo Lido, da sembrare in certe zone New York e in effetti alcune scene della serie televisiva italiana Love Me Licia (qui):
prodotta nel 1986 – basata sul manga del 1982 Kiss me Licia di Kaoru Tada, trasposto poi anche in un fortunato anime – sono sì ambientate a New York, ma girate qui. Quella che si vede non è Times Square ma piazza Mazzini e il Madison Square Garden in realtà era la discoteca Mr. Charlie, oggi cessata. Certo, a Jesolo si è costruito molto e cementificato a piene mani, suscitando critiche anche oggi. Per cercare di vedere la cosa in positivo mettiamola così: se arrivasse una tsunami troverebbe tante e tali opere in cemento armato da finire bloccata in pochissimo spazio.
Già in precedenza Jesolo Lido era stato interessato dalle riprese, come nel caso di Signore & signori (1966), qui uno spezzone:
diretto dal taciturno ma abilissimo Pietro Germi e con una sfilza di ottimi attori, ossia Gastone Moschin, Alberto Lionello, Virna Lisi, Franco Fabrizi, Gigi Ballista, Aldo Puglisi, Stefano Satta Flores e Olga Villi. A proposito di Virna Lisi, brava, bellissima e di gran classe, bisogna citare il suo splendido sorriso, tanto da diventare popolarissima come testimonial televisiva di un dentifricio nella mitica rubrica pubblicitaria Carosello, il cui slogan era "Con quella bocca può dire ciò che vuole", subito divenuto un tormentone (qui):
Signore & signori è una commedia che rappresenta ferocemente una provincia ipocrita e perbenista durante il boom economico degli anni '60. La cittadina non è menzionata, ma si tratta evidentemente di una località del Veneto, tanto che le location furono Treviso, Conegliano e appunto Jesolo, precisamente il night club Le Capannine, poi cessato. Signore & signori vinse due David di Donatello, tre Nastri d'argento (Migliore sceneggiatura, Migliore attore non protagonista a Gastone Moschin e Migliore attrice non protagonista a Olga Villi), nonché la Palma d'oro al Festival di Cannes, ex aequo con Un uomo, una donna di Claude Lelouch.
A Jesolo furono girate scene anche dell'episodio Die Kugel im Leib (1979), diretto da Wolfgang Staudte e andato in onda nella prima stagione della serie poliziesca Tatort (significa "luogo del crimine"), praticamente sconosciuta in Italia poiché trasmessa dalla Rai in lingua tedesca solo in Alto Adige. Tuttavia Tatort, ancora oggi in produzione, è la serie poliziesca più longeva nei paesi di lingua tedesca e in Germania ha grande successo. Ben tredici episodi figurarono fra i quindici programmi più visti della televisione nel 2010. Ha un'audience media di 8,5 milioni di telespettatori a puntata. Per un confronto si consideri che la famosissima e analoga serie tedesca L'ispettore Derrick in Italia raggiunse il record di 6 milioni di spettatori con l'episodio Gli amici morti di Isolde. C'è da dire però che L'ispettore Derrick ebbe un successo planetario essendo stata trasmessa in 102 nazioni, grazie anche alle interpretazioni di Horst Tappert nella parte di Derrick e di Fritz Wepper in quella del suo vice. Qualche curiosità: la serie fu trasmessa dal 1974 al 1998, quando Tappert aveva ormai 75 anni. Del resto lui stesso si era imposto quel limite d'età alla sua carriera d'attore (qui il finale dell'ultimo episodio:
Tuttavia interpretò ancora qualche ruolo, anche come protagonista come avvenne nel 2000 con Il cardinale, diretto da Albert Schmiedhuber (pseudonimo di Berthold Mittermayr, nello stesso anno regista del succitato Tatort), con riprese pure a Venezia e circondario nonché a Vicenza. Il film fu coprodotto da Raidue e Zdf, la seconda rete televisiva tedesca, che produsse L'ispettore Derrick vendendo i diritti per oltre 100 miliardi di lire nel mondo.
Tappert era molto legato all'Italia, grazie a L'ispettore Derrick, come dichiarò: "Ci siamo fermati a quota 281 episodi, ma potevamo andare avanti. Il fatto è che, tra sceneggiatore, produzione e sottoscritto, non si è riusciti a trovare una ragionevole intesa. Dunque, ho voltato pagina. Addio Derrick! Sono letteralmente innamorato dell'Italia. Il mio migliore amico è stato il cantante Claudio Villa, quando morì ne soffrii molto. Il mio lavoro mi piace, però d'ora in poi la prenderò con più calma. Finisco le riprese de Il cardinale e mi riposo per un anno intero". Ma era ammalato di diabete da tempo, e ormai doveva iniettarsi l'insulina quattro volte al giorno. Quando capì che non poteva più andare avanti rifiutò l'accanimento terapeutico e morì a 85 anni, nel 2008. Cinque anni dopo si scoprì che aveva fatto parte delle Waffen-SS nella Panzergrenadier-Division Totenkopf (piastrina militare di riconoscimento numero 3409, reparto contraereo di appartenenza "Flak E. Abt"), combattendo in Russia, e che fino al 1971 avrebbe partecipato agli incontri fra ex camerati nazisti. Non fu certo il solo ad avere trascorsi di tal tipo: per esempio nel 2006 lo scrittore e premio Nobel per la letteratura Günter Grass ammise di aver fatto parte come volontario delle Waffen-SS della Panzer-Division Frundsberg, così come l'attore Dario Fo, premio Nobel per la letteratura pure lui, nel 1943 si era arruolato volontario nell'esercito fascista della neonata Repubblica Sociale Italiana, notoriamente uno stato fantoccio voluto e guidato da Adolf Hitler. Ma nel caso dell'ormai defunto Horst Tappert le conseguenze furono diverse e la televisione pubblica tedesca Zdf cancellò la serie de L'ispettore Derrick dai palinsesti, presto seguita dalla Rai e da altre emittenti straniere.
Jesolo fu una delle location (insieme a Caorle, Feltre, Venezia Lido, Montagnana, Udine e Latina) del piacevole Americano Rosso (1991), film d’esordio del regista Alessandro d'Alatri, con Massimo Ghini, Sabrina Ferilli e l'attore americano Burt Young, noto per aver interpretato Paulie Pennino nella saga di Rocky, al fianco di Silvester Stallone. Girato anche nell'Hotel Casablanca e ambientato negli anni '30, il film racconta la storia di Vittorio, un giovane scanzonato e perditempo che si ritrova a fare da guida turistica a un signore americano in cerca di una sposa, apparentemente un po' svitato, ma in realtà un astuto e spietato killer della mafia giunto lì per commettere un omicidio. Farà ricadere la colpa proprio sul povero Vittorio, il quale messo alle strette non avrà altro in cui sperare che la protezione di Mussolini, essendo lui un fascista di ferro. Una curiosità: il titolo del film si riferisce a un cocktail diffuso in Italia negli anni '30, ma che di americano aveva solo il nome. Si usava bitter Campari, Vermouth rosso e seltz. Comunque sia, sappiate che da sempre in questa zona (ma pure in tutto il Nord Italia orientale) la fa da padrone lo "spritz", aperitivo alcolico a base di vino bianco o Prosecco, bitter e seltz o acqua frizzante. Viene chiamato ufficialmente Spritz Veneziano e pare fosse richiesto dai soldati dell'impero austro-ungarico durante questa dominazione nel XIX secolo. Jesolo è anche stato una delle location di La sedia della felicità (2014, titolo previsto era La regina della neve), commedia di Carlo Mazzacurati interpretata da Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Roberto Citran, Silvio Orlando, Katia Ricciarelli, Milena Vukotic, Raul Cremona.
L'attrezzatissima spiaggia di Jesolo è lunga 15 km ed è il principale motivo dell'arrivo ogni anno di circa 5 milioni di turisti, a fronte dei manco 25.000 residenti. C'è da dire che fino agli anni '50, cioè prima della notevole urbanizzazione, la spiaggia di Jesolo era larga mezzo chilometro, ma anche così di finissima sabbia ce n'è una quantità sterminata, tanto da organizzare fin dal 1997 il Festival internazionale sculture di sabbia, che consigliamo vivamente di ammirare perché ne vale proprio la pena. Ammettiamo di averlo fatto scrutando malignamente le straordinarie e monumentali opere, cercando un sia pur minimo cedimento con relativo smottamento, così come capitava quando da bambini si facevano castelli di sabbia in spiaggia. Ma non è successo.
In loco, esattamente in piazza Marconi, con la sabbia ci fanno pure il presepe, ovviamente durante il periodo natalizio e con donazione dell'incasso in beneficenza. Il mare è come quello della zona, ossia premiato con la Bandiera Blu, e ricco di vita e di bellezze. A dire il vero le bellezze si vedono anche in città, basti pensare che qui da qualche anno si tiene Miss Italia nel Mondo.
A proposito di incontri sperati o no, a Jesolo potrete incontrare grandi e pericolosi squali "pinna bianca" e "toro", noti per attaccare con una certa frequenza l'uomo, e persino coccodrilli del Nilo e marini lunghi fino 5 metri e di quasi una tonnellata. Naturalmente non li troverete in mare ma al Tropicarium Park, una mostra permanente decisamente valida e da visitare, con centinaia di esemplari. Le proposte per il tempo libero sono molte: cinque darsene per chi ama la navigazione, scuole di vela, windsurf, canoa, corsi di sub, scuole di tennis, minigolf, percorsi ciclabili e biciclette a noleggio utili per scoprire l'entroterra, e tanto altro. Molto intensa la movida, ma ormai quasi mancanti le discoteche.
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