Pineto
Pineto, comune famoso per le spiagge, l'ottima ricettività turistica e la qualità del suo tratto di mare, è stato più volte premiato con la Bandiera Blu. Nei pressi del confine fra Silvi e Pineto, ma sul territorio di quest'ultimo, sorge la Torre di Cerrano, una delle tantissime fortificazioni d'avvistamento del XVI secolo sparse lungo le coste italiane, ma con la peculiarità di essere una delle meglio conservate d'Abruzzo. Oggi è sede dell'Area marina protetta Torre del Cerrano, che salvaguarda oltre 3500 ettari di mare e una fascia costiera di circa 7 km tra la foce del torrente Calvano a Pineto e piazza dei Pini a Silvi, inclusi i resti dell'antico porto romano di Atri.
Delfino fotografato nell'Area marina protetta Torre del Cerrano.
La Torre di Cerrano, alta quasi 13 metri e con lati altrettanto lunghi, dall'esterno pare grossa, e lo è pure, ma all'interno la storia cambia in quanto al piano terra lo spazio è risicato, non arrivando manco a 6 metri. Il resto va al formidabile spessore delle mura, circa 3,5 metri. Oggi il complesso è più grande grazie agli ampliamenti, fatti accuratamente nello stesso stile originario, decisi a circa metà del XX secolo dal proprietario dell'epoca, il marchese De Sterlich (infine fu acquistata e ristrutturata dalla Provincia di Teramo). E' grazie all'ampliamento di De Sterlich che la Torre, intanto passata ad altro proprietario, fu spacciata per castello nel film Nelle pieghe della carne (1970) di Sergio Bergonzelli e interpretato da Eleonora Rossi Drago, Anna Maria Pierangeli, Luciano Catenacci, Maria Rosa Sclauzero, Alfredo Mayo, Fernando Sancho e Emilio Gutiérrez Caba, qui il trailer in inglese:
Anzi, forse per fare numero, la parte della psichiatra andò a una degli allora veri proprietari della magione, la famiglia Marucci. Perché per fare numero? Leggete la trama e valutate voi:
Una sequenza di Nelle pieghe della carne
Nel castello abitano la governante Lucille, il nipote Colin e la figlia del padrone di casa, Falaise. Quest'ultima è una normale ragazza come se ne trovano tante, difatti ha già ammazzato anni prima il padre Andrè Gardère. Forse si era indispettita perché non le aveva dato il permesso di andare in discoteca con le amiche. Ma qualcuno si sarà pure accorto della scomparsa del padre, direte voi. Ebbene no, perché tutti quelli che arrivano al castello per un motivo o per l'altro, vengono assassinati dai tre. E' come un buco nero, tutto entra ma niente ne esce. M'immagino nel corso degli anni la montagna di biciclette dei postini arrivati lì e ammazzati più veloci della luce... E così le moto dei garzoni della panetteria che fanno consegne a domicilio, le auto dei controllori dell'Enel e del (ogni anno nuovo...) prete che sotto Natale viene a benedire le case e così via. Ho idea che intorno al castello di questi tre assassini ci sia ormai un tale assembramento di biciclette, auto e moto abbandonate e arrugginite da fare impallidire quelli analoghi di film horror come Dal tramonto all'alba (1996) di Robert Rodríguez, come si vede alla fine di questo spezzone:
o di Wrong Turn (2003) di Rob Schmidt, qui il trailer:
E, direte voi, tutta 'sta gente ammazzata dove la mettono? Forse ci fanno le saponette e poi le tirano in mare, chissà. Fatto sta che un giorno al castello arriva un uomo che si spaccia per Andrè, il padre morto. Perché la figlia e gli altri della famiglia di assassini non lo riconoscono? Ovvio, perché ha fatto una plastica facciale! In pratica, parafrasando una frase del film capolavoro di Adriano Celentano Yuppi du, "Andrè non è morto, è ritornato dal canal". Ma in realtà si tratta di un ispettore di polizia... Non cerco di spiegarvi la contorta trama per evitarvi un grosso mal di testa, è un dipanarsi caratterizzato da continui colpi di scena anche assurdi e illogici. Insomma, potresti scoprire, caro lettore, di essere tu l'assassino! Sì, proprio tu che stai leggendo adesso, inutile guardarsi intorno!
Naturalmente al peggio non c'è mai fine, e difatti Pineto – precisamente l'Hotel Garden (oggi cessato), in precedenza sontuosa abitazione privata in stile ispano-moresco costruita negli anni '20 – fu una delle location di La maestra di sci (1981), inguardabile commediola sexy diretta da Alessandro Lucidi e con la procace Carmen Russo nella parte di una fotomodella che eredita dal solito zio d'America una favolosa eredità, purché possa dimostrare di avere una condotta moralmente ineccepibile. Essendo la ragazza però briosa e, diciamo così, pure fisicamente altruista, questo è un problema e allora... Il film fu girato anche a Montesilvano, Pescara, Prati di Tivo, Pietracamela e Silvi.
Location in Abruzzo
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